venerdì 9 dicembre 2016

La natura fuori di sé

Oggigiorno va di moda ascoltare suoni della natura su spotify o youtube, come canti d'uccelli nella foresta equatoriale, il rumore delle onde del mare o della pioggia. Persino il canto delle balene. 
La ragione è etologica: siamo comunque parte del regno animale e vivere avulsi dal mondo naturale con i suoi ritmi lenti e suoni armoniosi ancestrali ci scolla dalla nostra calma interiore.

Così ce la raccontiamo, in realtà. 
Poppies in town - Foto dell'autrice 
E' tutto vero, siamo avulsi dalla natura, molti di noi la temono perché viviamo in scatole di cemento in cui insetti e altre bestioline difficilmente entrano, e fin da piccoli ci viene insegnato che la terra è sporca e se piove non bisogna bagnarsi o si prenderà un raffreddore. 
Ma se, da una parte, la necessità di ascoltare suoni della natura in cuffia ci riporta al nostro perduto equilibrio con il mondo naturale, dall'altra è per sempre una scappatoia da ciò che c'è.

L'unico modo per stare bene con sé stessi nel qui e ora è stare. Esserci, respirare, ascoltarsi.  Ascoltare suoni della natura in cuffia è solo un palliativo, perché finito il brano, togliendoci le cuffie, sentiremmo di nuovo emergere lo stress e il fastidio per i rumori urbani, il vocio, e tutto ciò che ci disturba nella città. 
Non è di immersione virtuale nei suoni naturali che abbiamo realmente bisogno. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è ritornare a noi stessi nell'adesso, senza fuggire dal fastidio.

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