Gli artisti in generale sono sempre stati sensibili alla tematica della malattia mentale essendo un po' più sganciati dall'addormentamento collettivo umano.
Sbarre - Foto dell'autrice |
Il mondo, lo sappiamo, non è come lo vediamo, è la nostra idea del mondo a crearlo, e se pensiamo di non avere libertà perché così ci è stato insegnato a casa, a scuola, nella nostra cultura, vivremo da prigionieri dei nostri limiti interiori.
Anche quando siamo convinti di essere liberi di scegliere non è così, se non siamo sganciati dalle reazioni automatiche e dal giudizio. La prigione mentale è una condizione che accomuna tutti. Almeno all'inizio, finché qualcuno non decide di evadere davvero. E comincia a cercare le chiavi della gabbia o la lima per segare le sbarre dentro di sé.
Ma spesso anche chi lavora su di sé cade in una trappola molto insidiosa: crede di essere qualcuno che ha dei problemi. Allora, conoscendo la Legge di Attrazione e sapendo di essere il creatore della propria realtà, si interroga su quale parte di sé deve ancora guarire per poter superare quel problema che lo affligge.
Ma è ancora un'illusione duale.
In realtà non c'è nessun problema. Nessuno di noi ha dei problemi. Né i cosiddetti problemi hanno noi!
Semplicemente, la vita è la trama su sui le cose accadono. Ma non accadono A NOI. A ME. A TE.
Accadono e basta. Se siamo identificati con qualcuno o qualcosa ecco che il fatto in questione viene percepito come un problema da risolvere. C'è ancora un giudizio di fondo. C'è ancora qualcuno - la mente duale - che giudica sbagliato, da rimuovere il problema.
Finché pensiamo di essere qualcuno che ha un problema il manicomio resta affollato.
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