giovedì 11 febbraio 2016

Lettera aperta ai romanzieri di oggi

Mi è capitato recentemente di leggere l'ultimo libro di Michela Murgia, che con Accabadora mi aveva conquistata - sia per la storia originale che per lo stile - ed esserne rimasta delusa per molti motivi. La domanda che mi è nata spontanea è: Perché un'autrice così talentuosa, e coraggiosa nel portare avanti le proprie idee a livello politico e culturale poi si accontenta di scrivere una storia sconclusionata e così banale, con una protagonista per nulla magnetica? 

La stessa autrice ha recentemente detto in un'intervista che consiglia ad ogni autore di scrivere il proprio romanzo come fosse l'ultimo. Bel consiglio, ma perché allora non ha scritto un'altra storia indimenticabile, che lascia il segno nelle coscienze?

La mia riflessione nasce dall'aver notato che tante, troppe storie scritte oggi da autori italiani si accontentano di essere storielle ordinarie, con personaggi problematici che alla fine del libro ne escono come prima, senza una minima traccia di crescita, di acquisita consapevolezza. Si parla in negativo della vita ordinaria e non si fa nulla per proporre una soluzione o almeno far sì che i personaggi facciano un qualche gesto di rottura.
Utopie e distopie - Foto dell'autrice

Il mio appello ai romanzieri di oggi è questo: ora più che mai, a mio avviso, c'è bisogno di storie forti, ad esempio più romanzi su ipotetiche distopie, storie toste di coraggio, su questioni scomode, oppure su nuovi mondi possibili. Basta con le storielle trita e ritrita che non hanno nulla da insegnare né su cui far riflettere!

Ricordiamoci il ruolo fondamentale dello scrittore, che non è solo scrivere storie d'evasione per intrattenere gente annoiata e men che mai masturbarsi il proprio ego. Il ruolo dello scrittore è rappresentare la Coscienza di un'epoca, di un popolo. Aiutare i lettori ad aprire gli occhi. 

Dobbiamo pensare in grande e scrivere romanzi con storie e personaggi indimenticabili che siano d'esempio. 
Dice saggiamente Stephen King che ogni storia dovrebbe sbocciare nello scrittore partendo dalla frase: E se?

Negli ultimi anni sono usciti diversi romanzi stranieri che narravano di distopie, ad esempio Divergent e Hunger games. Sono storie dalle trame avvincenti che ti fanno riflettere sui condizionamenti, sulle dittature, sulla mania del controllo insita negli esseri umani, sul ruolo necessario del ribelle, ma sono scritte piuttosto male, specie Hunger games. Sono sicura che i romanzieri italiani sarebbero in grado di scrivere storie simili, o ispirate a riflessioni sociali, spirituali, evolutive, con uno stile migliore, più raffinato. 
Divina Commedia - Foto dell'autrice
Non lasciamo che le grandi storie le scrivano solo all'estero. Abbiamo ottimi scrittori, oggi. Ma le loro storie, ahimè, peccano di mancanza di coraggio e probabilmente riflettono una visione del mondo ancora troppo meccanica e duale.

Già che ci sono, invito i saggisti che si occupano di Consapevoleza a cimentarsi in romanzi all'ottava alta e allegorie della condizione umana in chiave Risvegliante.
Non dimentichiamoci che abbiamo avuto Dante Alighieri, e la Divina Commedia era tutto fuori che una storiella d'evasione!


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