martedì 25 ottobre 2016

Il ricordo passa dal cuore

Tempo fa, curiosando tra i vecchi libri letti da ragazza che restano a casa di mia madre, ho scoperto con perplessità che molti di quelli che sapevo di aver letto nel periodo tra il liceo e l'Università e che avevo apprezzato - e persino sottolineato - non li ricordavo più nel modo più assoluto. Sbirciavo tra le pagine e non ricordavo nulla né della trama né dei personaggi. 
Mi chiedevo come fosse possibile non aver trattenuto nulla di romanzi che avevo apprezzato al punto di sottolinearli.

Poco tempo fa, grazie a un'intuizione improvvisa, ho compreso che ciò che davvero ci nutre l'anima resta scolpito a fuoco in essa e non si può dimenticare. Magari non saranno frasi letterali ad essere  ricordate, ma l'essenza sì.
Perché ricordare deriva dal latino cor, cordis: cuore. Quindi: ricondurre al cuore.


Bouquet - Foto dell'autrice
Troppo spesso a livello intellettuale siamo influenzati dalla cultura dominante e da ciò che chi ammiriamo ci consiglia o dice di amare, cosicché perdiamo di vista ciò che il cuore vorrebbe assorbire, ciò di cui preferirebbe nutrirsi.
Nutrendo solo la mente con speculazioni intellettuali, ecco che il cuore resta a digiuno, ragione per cui a un certo punto ci rendiamo conto di non aver trattenuto in noi l'essenza di tanti libri letti. Abbiamo letto ciò che in realtà per noi era vuoto di cuore, ottenendo un vuoto.

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