giovedì 28 luglio 2016

Sorella Morte


La nostra vita è costellata di piccole morti simboliche: il cambio dei denti da latte da bambini, passare da un livello di scuola ad uno superiore, ogni volta che ci lasciamo con un partner, che cambiamo casa o lavoro, che smettiamo di fumare, ogni taglio di capelli, ogni volta che buttiamo vecchi vestiti per far spazio a nuovi. 
Anche fare un salto evolutivo grazie a una nuova consapevolezza rappresenta una piccola morte necessaria.
Andare a vivere da soli lasciando la propria famiglia d'origine è un'altra morte necessaria. Il bambino dipendente deve fare spazio all'adulto indipendente, contando sulle proprie forze.

Dal mio libro Manuale rock per guerrieri danzanti
Nell'esperienza di coppia, come ricorda Clarissa Pinkola Estés, c'è sempre lo spettro della morte in agguato a terrorizzarci, a fare capolino dietro lo splendore dell'innamoramento.
Intendo che non è solo la paura della fine del rapporto, ma anche dell'eventuale delusione, dell'eventuale abitudine che tutto appiattisce.
Ma per accettare l'amore totalmente dobbiamo accettare la vita totalmente, e per farlo non si può evitare la morte in quanto complementare alla vita. Non esiste vita senza morte né morte senza vita, e l'innamorato deve tenerne conto. 
Amare è farlo nonostante quello spettro, è guardare nelle orbite del teschio (...). 
Non si può scappare dal coinvolgimento pensando di ingannare Sorella Morte.

Teschio (cimitero di Pisa) - Foto dell'autrice 
Inoltre, la stessa Pinkola Estés spiega che a livello archetipo, nell'inconscio collettivo, le ossa sono simbolo dell'anima. Così come esse restano dopo la dissoluzione dei tessuti molli, l'anima resta dopo la dissoluzione del corpo fisico. 
Senza ossa saremmo sacchi di carne, senza anima saremmo automi.
Secondo una leggenda messicana da lei narrata nel celeberrimo libro Donne che corrono coi lupi, cantare sulle ossa raccolte nel deserto significa ricomporre i frammenti dell'anima fino al ritorno alla propria integrità.

La tendenza di alcune rockstar, specie nell'ambito dell'heavy metal, a comparire in foto e sul palco con teschi in mano o truccati da morti, al di là del desiderio di scioccare o far provare ribrezzo, cela in realtà il coraggio di guardare la propria paura della morte in faccia per farci amicizia. Se non si affrontano le proprie paure arrivando a riderne, non si sarà mai veramente liberi di vivere senza paura.
Truccatevi da scheletro e guardatevi allo specchio. Che cosa provate? Lì c'è un'importante lezione per voi.

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